9.11.89: speranza da rilanciare
9 novembre 1989
In quel giorno, dopo esser stati separati per ventotto anni, gli abitanti di Berlino potevano nuovamente incontrarsi, festeggiare, abbracciarsi. Da quel giorno il mondo è cambiato. Il Muro di Berlino era il simbolo della divisione ideologica dell’Europa e del mondo intero. Milioni di persone poterono riottenere e gustare la libertà.
La caduta del Muro di Berlino non è solo un evento del passato da celebrare, ma contiene in sé una dimensione profetica. Ci ha insegnato che costruire muri tra i popoli non è mai la soluzione, è piuttosto - questa commemorazione – un appello a lavorare per un’Europa migliore e più integrata. I processi di guarigione e riconciliazione sono delicati e difficili. Una guida turistica praghese, non molto tempo fa, con le lacrime agli occhi mi diceva che il regime totalitario le aveva rubato la giovinezza e la speranza. Le vittime di ogni regime oppressivo difficilmente dimenticano sofferenze, limitazioni, soprusi. Siamo chiamati a rilanciare e a promuovere proprio quei segni di speranza e quelle aspettative di un futuro migliore in Europa e tra gli europei; siamo chiamati a lavorare insieme per un’Europa libera e unita, tramite un rinnovato processo di dialogo che trascenda mentalità e culture, nel rispetto delle diverse esperienze storiche e condividendo le nostre speranze e aspettative di pace per un futuro comune, condiviso, libero.
Ci sono segnali allarmanti nella nostra Italia, che fanno rabbrividire. Basti pensare a quanto sta accadendo alla senatrice Liliana Segre, costretta a vivere sotto scorta solo perché di religione ebraica e oggetto di insulti, offese, minacce. Speriamo non sia un segnale prodromico di ben peggio. Coltiviamo e custodiamo la libertà gelosamente giorno dopo giorno, attraverso il retto pensiero, le belle parole, il sano operare per il bene personale e della collettività.