Riflessioni sul 4 Novembre


Il 4 novembre 1918 terminò il primo conflitto mondiale - la Grande Guerra - un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del ‘900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali.

La data, che commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l’impero austro-ungarico, è diventata la giornata dedicata alle Forze Armate ed è la Giornata dell’unità nazionale.

In questa occasione si intende ricordare tutti coloro che, anche giovanissimi (e ricordiamo i famosi “ragazzi del ‘99”) hanno sacrificato la loro vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, valori ancor oggi fondanti la persona e lo Stato.

È doveroso celebrarne la ricorrenza ricordando l’importanza per un popolo di riconoscersi in valori condivisi: conoscere la storia dei propri nonni, amare la propria terra, rifiutare le discriminazioni.

Consapevoli che, come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “con le guerre non si risolvono i problemi, se ne creano di nuovi”, oggi non chiediamo più alle nostre forze armate di sconfiggere nazioni rivali. Garanzia di unità e coesione nazionale, chiediamo loro di collaborare al mantenimento della pace e di accettabili condizioni di vita in territori martoriati da conflitti e guerre civili. E di questo, dalle drammatiche notizie che giungono da diverse parti del mondo in questi giorni, purtroppo, ci sarà probabilmente sempre più bisogno.

Prof.ssa Camilla Curtolo

Nella foto il Monumento ai Caduti della Grande Guerra, realizzato nel 1925 circa dallo scalpellino e scultore G.B. Soldà, detto Tita Maniàch, posto nella piazza di Santa Lucia di Budoia (PN). Per maggiori informazioni e per una interpretazione dell'opera si veda il sito Artugna.it