SHOAH, 27 gennaio 1945-2020
Non serve ricordare l’occasione e il fatto storico dai quali scaturiscono la Giornata della Memoria; piuttosto è necessario riannodare i fili della ragione, della ricerca storica per dare significato e ricevere un insegnamento indelebili per le nostre esistenze.
Riporto alcuni passaggi, colti da varie letture di questi giorni, che ritengo evocativi e ampiamente condivisibili.
“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”
(Jean Blanchaert, in La Lettura – Corriere della Sera, 26 gennaio 2020)
Questa indifferenza riguarda tutti gli ambiti e le tematiche cruciali per la vita stessa dell’uomo se non della sua sussistenza. Parte dal passato, ma si svolge nel presente e fruttifica nel futuro. In merito, un passaggio pregnante e assai complesso. Un pensiero assai lontano dal mio mondo e cultura di riferimento, però stimolante nel forte richiamo di comunque dover ripensare l’umanesimo oggi:
“Non esistono né «valori» né «fini» superiori, non c'è nessun approdo del divino presso gli atti più alti di quegli uomini che dal Rinascimento in poi si sono chiamati «genii». Dopo la Shoah e il Gulag, l'umanesimo ha il dovere di ricordare agli uomini e alle donne che se noi ci consideriamo come i soli legislatori, è solo grazie alla continua messa in discussione della nostra situazione personale, storica e sociale che possiamo decidere della società e della storia. Oggi lungi dalla demondializzazione, è necessario inventare nuove norme internazionali per regolamentare e controllare il mondo della finanza e dell'economia globalizzate e creare infine un'autorità mondiale etica universale e solidale”.
(Julia Kristeva, Un nuovo umanesimo in dieci principi)
La storia non è quasi mai maestra di vita, al di là del bel adagio retoricamente ripetuto ad ogni piè sospinto. Nei tanti eventi che accadono quotidianamente nelle varie parti del mondo c’è necessità di ripensare, rivedere, riaffermare il concetto di uomo e di umanesimo per salvaguardare il miracolo “Uomo”. Nella società italiana attuale - e non solo italiana - troppi sono i segnali che qualcosa di oscuro, di negativo, di distruttivo sta affiorando. Siamo chiamati a pensare, ad approfondire con pacatezza e determinazione per essere i protagonisti del nostro futuro e dell’avvenire dell’Umanità. Anche questo ci insegna la Giornata della Memoria.