L'orgoglio di essere IPSIA e perché​

Si riporta quanto scritto nel febbraio 2018 da Giovanni Dalla Torre, Dirigente dello Zanussi dall'a.s. 2015/16 al 2020/21

DS GDTNel cosi detto Rapporto di Autovalutazione di un notissimo e prestigioso istituto scolastico della Capitale si possono leggere le seguenti frasi: “[…] Le famiglie che scelgono il Liceo sono di estrazione medio-alta borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi, richiamati dalla fama del liceo. Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. La percentuale di alunni svantaggiati per condizione familiare è pressoché inesistente, mentre si riscontra un leggero incremento di casi DSA. Tutto ciò favorisce il processo di apprendimento, limitando gli interventi di inclusione a casi di DSA, trasferimento in entrata o all’insorgere di BES”.

Sono frasi sconcertanti, da leggersi ripetute volte perché intrise di classismo, di pregiudizi, di rifiuto sostanziale del magnifico articolo 3 della nostra Costituzione, e di tanti altri articoli …

L’ISIS “L. ZANUSSI” è un Istituto scolastico che vive profondamente l’inclusività, perché a servizio di tutta la popolazione e non solo per una fascia sociale privilegiata, opulenta ... Nella nostra popolazione scolastica annoveriamo molti DSA, molti allievi diversamente abili, molti allievi le cui condizioni economiche sono fragili, essenziali. Tutto ciò per me Dirigente e per tanti docenti è vanto. Fin troppo facile ripercorrere qualche passo della famosa Lettera ad un professoressadi don Lorenzo Milani e ricordare che la funzione della scuola è favorire il progresso di tutti, è diventare veicolo di riscatto sociale e di successo personale, secondo l’inclinazione di ognuno. Noi, ogni giorno, giorno dopo giorno, vogliamo guardare in faccia i nostri allievi e volgere verso di loro uno sguardo fiducioso, ottimistico, incalzante e sospingente al meglio. Non è facile e non è semplice, ma siamo determinati nel farlo, inesaustivamente. Vale per noi lo slogan “NON UNO DI MENO!”. Retorica? No! Consapevolezza della nostra chiamata come educatori e come docenti.

Tante sono le difficoltà, tante sono le fatiche che giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto siamo chiamati a sopportare; tante sono le strategie didattiche messe in atto per incrociare l’attenzione e lo sguardo di certi studenti riottosi, svogliati, poco motivati; tanti sono gli incontri, le riunioni, le relazioni avviate perché siamo centrati sull’obiettivo sommo della scuola pubblica: accompagnare nella crescita personale, culturale e professionale le nuove generazioni, in particolare quelle più svantaggiate o in maggiore difficoltà per i più svariati motivi e cause. Provocatoriamente, ma fino ad un certo punto, nei tanti momenti formativi per docenti oso dire che tutti i docenti dovrebbero formarsi e allenarsi in una scuola professionale per comprendere pienamente la grandezza dell’essere docente. Orgogliosamente posso anche dire che tanti docenti, pur potendo transitare in altri Istituti, rimangono nella nostra scuola per amore e per passione dei nostri allievi.

Notevoli sono gli esiti. Ragazzi e ragazze che pervengono al diploma con le loro gambe, senza facilitazioni di sorta e si avviano alla professione o al prosieguo negli studi con maturità e consapevolezza.

Uno di questi è stato Marco Tondat, diplomatosi da noi nel 2000 e diventato negli anni responsabile di produzione nel settore dell’industria del tessile in Bangladesch. Purtroppo nel terribile attentato del 1° luglio 2016 a Dacca è morto insieme con altri otto connazionali. Lo abbiamo ricordato nella giornata della consegna dei diplomi. Un esempio fulgido, che per noi è consolazione e diventa sprone nella nostra azione didattico-educativa. Egli è uno dei tanti magnifici frutti del nostro Istituto ed io e noi ne siamo orgogliosi.

Diverse volte e ripetutamente negli anni ho ricevuto attestati di ringraziamento da parte di tanti genitori perché in questa scuola i loro figli sono stati accompagnati, guidati, aiutati, talvolta - e perché no - anche sopportati, con lo scopo di avviarli alla piena maturità e responsabilità personale, familiare e sociale.

Questo è il nostro vanto, questa è la nostra scuola, questo è sapore di vero futuro.

Giovanni Dalla Torre, DS

ISIS