Giorno del Ricordo


La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Ogni ricorrenza storica rischia di essere una stanca e ripetitiva celebrazione di fatti accaduti in un tempo, che è destinato ad apparire sempre più lontano dal nostro precario presente. 

Le vicende avvenute al termine della Seconda guerra mondiale lungo i confini orientali d’Italia e, quindi, vicini geograficamente a noi, possono essere dimenticati se alla conoscenza storica dei fatti non affianchiamo anche una coscienza personale e collettiva degli orrori che ogni conflitto porta con sé.

Abbiamo ancora memoria/ricordo della Guerra civile siriana, iniziata nel 2011 e ora giunta al suo decimo anno di strage?

Oggi, 10 febbraio (Giorno del Ricordo) non è solo una data per non dimenticare, potrà anche iniziare ad essere un nuovo modo di coniugare il passato al futuro per vivere un nuovo presente; partendo proprio dalla comunanza collaborativa delle domande più che dalla riflessiva divergenza delle risposte.

Solo così il passato avrà ancora un senso per la nostra futura rinascita sociale e culturale.

In foto: Il presidente italiano Mattarella ed il presidente sloveno Pahor insieme a Basovizza, 14/07/2020